Se non si espone il bambino a una seconda lingua in maniera naturale (un trasloco, un genitore straniero, una baby-sitter straniera che parla esclusivamente in lingua, oppure un asilo o una scuola bilingue) allora bisogna ricorrere a “corsi” (ovviamente non prima dei 3 anni di età).
Come scegliere un corso? Teniamo a mente alcuni punti di base.
- Il bambino deve giocare, quindi evitiamo lezioni one-on-one.
- Scegliamo un terreno neutro: la cameretta del bimbo o il salotto di casa non vanno bene, ci sono troppe distrazioni.
- Non pretendiamo troppo! Il bambino si deve divertire e capire che ci si può esprimere in un’altra maniera da quella che conosce già. Non trasformiamo tutto questo in una serie di “test” chiedendo in continuazione “come si dice”…
- Scegliamo un insegnante che sia responsabile e capace, ma che abbia un metodo e sappia anche stare con i bambini. Attenzione: non vuol dire che debba fare il pagliaccio che fa solo ridere. L’insegnante sarà forse l’unico riferimento in quella lingua per il bambino, quindi scegliamolo bene.
- Essere madre lingua non significa essere un buon insegnante: come già detto, ci vuole anche metodo.
- Evitiamo corsi che propongono troppi incontri. Un bambino ha diritto di giocare liberamente, senza impegni.
- Optiamo per un orario che non sovraccarichi il bambino. Perché non il sabato mattina?
- Proponiamo il corso non come scuola o studio, ma come centro giochi mentre la mamma va a fare la spesa.
- Scegliamo un corso che tenga conto delle esigenze dei bambini e che sia flessibile a queste esigenze.
Per saperne di più vieni a conoscere personalmente Adriana Cantisani e il progetto ‘English is Fun!‘ a Children’s Tour (Modena Fiere dal 21 al 23 marzo).
18 marzo 2014